Fasten Seat Belts: Il Battesimo dell’Aria.
Tutti i viaggiatori hanno fatto, prima o poi, il battesimo
dell’aria. Alcuni timorosi, altri entusiasti, altri ancora, terrorizzati. Talune compagnie, addirittura, rilasciano, specialmente ai bambini,
una sorta di attestato a ricordo
dell’evento.
Il mio battesimo dell’aria, ha coinciso con la mia luna di
miele, il 28 settembre 1988. Ricordo nei particolari quel viaggio. Io abito a
Lucca, Toscana; all’epoca, i voli interni erano piuttosto costosi e così, per
risparmiare, io e la mia novella sposa prendemmo il treno per raggiungere Roma
da dove poi saremmo partiti in aereo. Prendemmo un treno espresso da Pisa con partenza alle 24 ed arrivammo a Roma Termini all’alba senza
aver chiuso occhio, un po’ per il pensiero del viaggio, ed un po’ per lo scarso
comfort offerto dalle ferrovie italiane. A Termini, prendemmo infine l’autobus per raggiungere
Fiumicino e l’aeroporto internazionale Leonardo da Vinci e qui, ebbe inizio il
nostro primo vero viaggio intercontinentale.
Leonardo da Vinci International Airport (FCO) (foto reperita in rete) |
Un Duty-Free (foto reperita in rete) |
Ero, in definitiva, il classico “ragazzo di campagna” che,
al cospetto di una realtà moderna ed in perenne, brulicante movimento, si
sentiva come un pesce fuori dall’acqua.
Avevo in tasca il mio nuovo, fiammante ed intonso Passaporto
e una discreta cifra in dollari perché, anche se avevo una (fiammante anche
quella) carta di credito, non ero assolutamente abituato al suo uso come lo
sono oggi. Dopo aver vagato a lungo senza meta raggiungemmo infine la nostra
uscita, il nostro “gate” come nel frattempo avevo imparato a dire.
Qui, un monitor ci informava che il volo Roma-Bangkok, della
compagnia aerea Garuda Indonesia sarebbe partito alle ore 14:30 e, sempre qui,
incontrammo quelli che sarebbero divenuti nostri compagni di viaggio in quanto,
avevano, come noi, acquistato lo stesso pacchetto turistico per la luna di
miele: Bangkok, Hong Kong, Bali e Singapore del tour operator Visitando il
Mondo.
Anche se lo stesso modello di aereo dell’epoca vola ancora
oggi, in quasi 30 anni il trasporto aereo ha fatto indubbiamente passi da
gigante.
Un Boeing 747 "Jumbo Jet" della Garuda Indonesia (foto reperita sul web) |
L’aereo era un Boeing 747 “Jumbo Jet” un po’ datato, non c’erano, come
oggi, i gadget che aiutano ad ingannare il tempo come ad esempio i monitor
personali ed in più, all’epoca era
ancora consentito fumare a bordo in zone riservate in coda e, per chi come me
non ha mai acceso una sigaretta, il disagio non era da poco. Come ci avevano
raccontato i nostri amici che già avevano fatto quell'esperienza, sembrava di essere su un autobus ; un autobus un po’ troppo grande
ma, l’impressione era quella.
La classe "economy" (foto reperita sul web) |
Prendemmo posto nei nostri sedili, l’aereo
cominciò a rullare e poco dopo, dall’angusto finestrino, osservavo ammirato il paesaggio che scorreva
sotto di noi con le case sempre più piccole mano a mano che l’aereo prendeva
quota. Il mio entusiasmo era a mille e non avevo alcun timore nel trovarmi
sospeso a diecimila metri da terra. Poi, la salita terminò, l’aereo si
stabilizzò ed il rombo dei motori si smorzò. Terminata la fase di decollo,
l’aereo iniziava la sua lunga corsa incontro alla notte volando a più di 800 chilometri orari
verso oriente .
Quando, dopo molte ore, si riaccesero le luci in cabina, il
personale di bordo iniziò a servire la colazione.
La colazione tipo (foto reperita sul web) |
Le tapparelle dei finestrini
furono alzate e la luce dell’alba sciabolò attraverso di essi ferendo i nostri
stanchi occhi. Poco dopo il comandante ci
informò di aver iniziato la discesa verso l’aeroporto Don Mueng, ero
sopraffatto dalla stanchezza per non aver chiuso occhio per tutto il viaggio. Dal
finestrino si vedeva solo un’enorme distesa di nubi e niente altro. Poi,
l’aereo si abbassò e ci trovammo immersi in una grigia ed umida foschia; sui
finestrini apparvero copiose gocce d’acqua. A causa della ridotta velocità
necessaria per l’atterraggio, l’aereo vibrava e si scuoteva. Un forte clangore
metallico annunciò l’apertura del carrello e percepimmo distintamente un brusco
decelerare per l’apertura dei flaps. Poi, ci abbassammo ulteriormente ed infine
sbucammo sotto la coltre nuvolosa. La prima immagine della Thailandia, fu
quella di una verde pianura sconfinata punteggiata da innumerevoli specchi
d’acqua, probabilmente risaie. Poi toccammo terra ed iniziai ad innamorarmi di
quel fantastico paese.
Una parte dell'equipaggio (foto reperita sul web) |
Da quel giorno, ho volato molte volte e con decine di
compagnie diverse; dalla scassatissima Aerogaviota (compagnia paramilitare
Cubana) alle compagnie a 5 stelle come la Singapore Airlines ,
Cathay Pacific ed Emirates. Ma il ricordo di quel primo volo, è rimasto
impresso nella mia mente in maniera indelebile.
Daniela all'arrivo all'aeroporto di Bali-Denpasar |
A parer mio, l’aereo migliore con il quale ho volato è senza
dubbio l’Airbus. Secondo me, la sua cabina offre un comfort un po’ migliore
rispetto ai Boeing. La compagnia migliore con la quale ho volato? Per me è
l’Air France. La peggiore? Senza dubbio Iberia. Con Iberia ho fatto la tratta
Madrid – Miami su un Jumbo scomodissimo.
Curiosità: se è vero che al momento del battesimo del volo,
e per tutto il resto del viaggio non ho avuto alcun timore di volare, la
situazione è poi drasticamente cambiata nei viaggi successivi. Non mi vergogno
a dire che, dopo aver volato decine di volte, ancora oggi al decollo e, stranamente
in misura minore all’atterraggio, sono a dir poco terrorizzato dal pensiero di
quello che sto facendo. Una volta in quota invece, riesco a rilassarmi anche se
non a dormire per gli spazi generalmente troppo ridotti della classe Economy.
Anch'io ho paura al decollo e all'atterraggio, l'abbiamo proprio nel DNA!!
RispondiElimina