Fasten Seat Belts: Il Battesimo dell’Aria.



Tutti i viaggiatori hanno fatto, prima o poi, il battesimo dell’aria. Alcuni timorosi, altri entusiasti, altri ancora, terrorizzati. Talune compagnie, addirittura, rilasciano, specialmente ai bambini,  una sorta di attestato a ricordo dell’evento.

Il mio battesimo dell’aria, ha coinciso con la mia luna di miele, il 28 settembre 1988. Ricordo nei particolari quel viaggio. Io abito a Lucca, Toscana; all’epoca, i voli interni erano piuttosto costosi e così, per risparmiare, io e la mia novella sposa prendemmo il treno per raggiungere Roma da dove poi saremmo partiti in aereo. Prendemmo un treno espresso da Pisa con partenza alle 24 ed arrivammo a Roma Termini all’alba senza aver chiuso occhio, un po’ per il pensiero del viaggio, ed un po’ per lo scarso comfort offerto dalle ferrovie italiane.  A Termini, prendemmo infine l’autobus per raggiungere Fiumicino e l’aeroporto internazionale Leonardo da Vinci e qui, ebbe inizio il nostro primo vero viaggio intercontinentale.

Leonardo da Vinci International Airport (FCO)
(foto reperita in rete)

Non ero mai stato in aeroporto e, appena arrivato rimasi di stucco nel vederne le dimensioni. Colossali hangar ed edifici in acciaio e vetro dove spiccavano quasi dappertutto enormi insegne dell’Alitalia. Parcheggi immensi stracolmi di vetture multicolori, file di taxi che scaricavano frotte di  passeggeri di fronte alle entrate e nell’aria, un sentore di cherosene che accompagnava il frastuono degli aerei in partenza. Una volta fatto il check-in mi trovai a vagare per i corridoi di quella grande struttura pieno di curiosità nei confronti di innumerevoli altri passeggeri di tutte le etnie che si trascinavano dietro bagagli di ogni foggia. Ricordo di essere rimasto a bocca aperta davanti alle vetrine dei numerosi Duty-Free dove erano esposti liquori, profumi, abbigliamento e altri innumerevoli articoli; edicole che vendevano riviste provenienti da ogni parte del mondo e fast-food che somministravano ogni genere di cibo precotto dalla dubbia genuinità.

Un Duty-Free (foto reperita in rete)


Ero, in definitiva, il classico “ragazzo di campagna” che, al cospetto di una realtà moderna ed in perenne, brulicante movimento, si sentiva come un pesce fuori dall’acqua.

Avevo in tasca il mio nuovo, fiammante ed intonso Passaporto e una discreta cifra in dollari perché, anche se avevo una (fiammante anche quella) carta di credito, non ero assolutamente abituato al suo uso come lo sono oggi. Dopo aver vagato a lungo senza meta raggiungemmo infine la nostra uscita, il nostro “gate” come nel frattempo avevo imparato a dire.

Qui, un monitor ci informava che il volo Roma-Bangkok, della compagnia aerea Garuda Indonesia sarebbe partito alle ore 14:30 e, sempre qui, incontrammo quelli che sarebbero divenuti nostri compagni di viaggio in quanto, avevano, come noi, acquistato lo stesso pacchetto turistico per la luna di miele: Bangkok, Hong Kong, Bali e Singapore del tour operator Visitando il Mondo.

Anche se lo stesso modello di aereo dell’epoca vola ancora oggi, in quasi 30 anni il trasporto aereo ha fatto indubbiamente passi da gigante. 

Un Boeing 747 "Jumbo Jet" della Garuda Indonesia
(foto reperita sul web)


L’aereo era un Boeing 747 “Jumbo Jet” un po’ datato, non c’erano, come oggi, i gadget che aiutano ad ingannare il tempo come ad esempio i monitor personali ed in più,  all’epoca era ancora consentito fumare a bordo in zone riservate in coda e, per chi come me non ha mai acceso una sigaretta, il disagio non era da poco. Come ci avevano raccontato i nostri amici che già avevano fatto quell'esperienza, sembrava di essere su un autobus ; un autobus un po’ troppo grande ma, l’impressione era quella.


La classe "economy" (foto reperita sul web)
Prendemmo posto nei nostri sedili, l’aereo cominciò a rullare e poco dopo, dall’angusto finestrino,  osservavo ammirato il paesaggio che scorreva sotto di noi con le case sempre più piccole mano a mano che l’aereo prendeva quota. Il mio entusiasmo era a mille e non avevo alcun timore nel trovarmi sospeso a diecimila metri da terra. Poi, la salita terminò, l’aereo si stabilizzò ed il rombo dei motori si smorzò. Terminata la fase di decollo, l’aereo iniziava la sua lunga corsa incontro alla notte volando a più di 800 chilometri orari verso oriente .

Quando, dopo molte ore, si riaccesero le luci in cabina, il personale di bordo iniziò a servire la colazione. 

La colazione tipo (foto reperita sul web)


Le tapparelle dei finestrini furono alzate e la luce dell’alba sciabolò attraverso di essi ferendo i nostri stanchi occhi. Poco dopo il comandante  ci informò di aver iniziato la discesa verso l’aeroporto Don Mueng, ero sopraffatto dalla stanchezza per non aver chiuso occhio per tutto il viaggio. Dal finestrino si vedeva solo un’enorme distesa di nubi e niente altro. Poi, l’aereo si abbassò e ci trovammo immersi in una grigia ed umida foschia; sui finestrini apparvero copiose gocce d’acqua. A causa della ridotta velocità necessaria per l’atterraggio, l’aereo vibrava e si scuoteva. Un forte clangore metallico annunciò l’apertura del carrello e percepimmo distintamente un brusco decelerare per l’apertura dei flaps. Poi, ci abbassammo ulteriormente ed infine sbucammo sotto la coltre nuvolosa. La prima immagine della Thailandia, fu quella di una verde pianura sconfinata punteggiata da innumerevoli specchi d’acqua, probabilmente risaie. Poi toccammo terra ed iniziai ad innamorarmi di quel fantastico paese.

Una parte dell'equipaggio (foto reperita sul web)



Da quel giorno, ho volato molte volte e con decine di compagnie diverse; dalla scassatissima Aerogaviota (compagnia paramilitare Cubana) alle compagnie a 5 stelle come la Singapore Airlines, Cathay Pacific ed Emirates. Ma il ricordo di quel primo volo, è rimasto impresso nella mia mente in maniera indelebile.


Daniela all'arrivo all'aeroporto di Bali-Denpasar


A parer mio, l’aereo migliore con il quale ho volato è senza dubbio l’Airbus. Secondo me, la sua cabina offre un comfort un po’ migliore rispetto ai Boeing. La compagnia migliore con la quale ho volato? Per me è l’Air France. La peggiore? Senza dubbio Iberia. Con Iberia ho fatto la tratta Madrid – Miami su un Jumbo scomodissimo. 

Curiosità: se è vero che al momento del battesimo del volo, e per tutto il resto del viaggio non ho avuto alcun timore di volare, la situazione è poi drasticamente cambiata nei viaggi successivi. Non mi vergogno a dire che, dopo aver volato decine di volte, ancora oggi al decollo e, stranamente in misura minore all’atterraggio, sono a dir poco terrorizzato dal pensiero di quello che sto facendo. Una volta in quota invece, riesco a rilassarmi anche se non a dormire per gli spazi generalmente troppo ridotti della classe Economy.


   

Commenti

  1. Anch'io ho paura al decollo e all'atterraggio, l'abbiamo proprio nel DNA!!

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