Xi'An, L'esercito dell'Imperatore Qin Shi Huang

L'esercito di terracotta è un insieme di statue collocato nel Mausoleo del primo imperatore Qin a Xi'an. Si tratta di un esercito simbolico, destinato a servire il primo imperatore cinese Qin Shi Huang Di  nell'Aldilà

L'armata dell'Imperatore


Qin Shi Huang, era un uomo ossessionato dalla morte.

Nel 246 a.C., ancora adolescente, commissionò la costruzione di un enorme mausoleo rifornito di tutto quello di cui avrebbe avuto bisogno nell’aldilà, compreso un intero esercito di guerrieri in terracotta a grandezza naturale. L’armata di argilla, che comprendeva ogni grado dell’esercito, dai più potenti generali agli umili fanti, è rimasta sull'attenti per 2.000 anni, sepolta in alcune fosse adiacenti alla tomba dell'imperatore.

Una impressionante visione d'insieme del sito archeologico. 

L’inverno del 1974 era stato particolarmente secco e la provincia dello Shaanxi, come gran parte del nord della Cina, erano colpiti da una grave siccità. Il 23 del mese di marzo, un gruppo di contadini che vivevano poco lontano dalla città di Xi’an si misero a scavare alla ricerca di acqua. Il luogo che avevano scelto non era molto lontano da una zona di scavi archeologici. Ovunque, bastava smuovere un po’ di terra per trovare cocci, mattoni e frammenti di terracotta.
Questi ritrovamenti erano utili ai contadini, che erano felici di poter riutilizzare quello che trovavano come materiale da costruzione. Per farlo, però, dovevano superare le barriere della superstizione. Gli anziani dei villaggi, in particolare, ritenevano che rimuovere gli oggetti dalla terra infastidisse gli spiriti e fosse di malaugurio.
La spedizione non trovò acqua. Al suo posto, dopo alcuni metri di scavi, trovarono una quantità sorprendente di cocci, come mai era capitato prima. Era una mezza vittoria e i contadini riempirono un intero carretto con gli oggetti ritrovati. Quando ritornarono al villaggio ci fu una certa animazione: come era accaduto in passato, uno degli anziani del villaggio disse che con il loro scavo i contadini avevano svegliato gli spiriti della terra. Per giorni i contadini ritornarono sul luogo dello scavo, celebrando riti e accendendo bastoncini di incenso nel tentativo di placare la rabbia degli dei.
Uno di loro, però, la pensava diversamente. Si chiamava Yang Zhifa . Yang aveva notato che il ritrovamento era diverso dal solito. I cocci che avevano trovato non somigliavano a pezzi di vasi o di mattoni: avevano qualcosa di umano. Inoltre, in mezzo ai rottami spuntati, Yang aveva anche visto oggetti di metallo luccicante che sembravano spade o coltelli. Il 29 marzo, quindi,  avvertì le autorità cinesi, che inviarono sul posto un gruppo di ricercatori. Fu sufficiente allargare un poco lo scavo praticato dai contadini perché i ricercatori del governo si accorgessero di essere davanti ad un ritrovamento storico.
Il fortuito rinvenimento dette origine agli scavi archeologici che portarono alla luce diverse fosse nelle quali erano stipate migliaia di quelle statue; L’esercito di Qin Shi Huang, sino ad allora ritenuto scomparso era tornato alla luce. Oggi sappiamo che l'Esercito di Terracotta è dislocato in 8 fosse scavate  circa 2 chilometri ad ovest del sepolcro imperiale.



Dal momento della scoperta gli studiosi si sono sempre chiesti come  gli artigiani cinesi avessero realizzato gli innumerevoli dettagli che caratterizzano i circa 7.000 soldati, dalle barbe alla moda ai capelli intrecciati.  Secondo alcuni, le statue sarebbero ritratti di modelli reali mentre altri sostengono che siano state prodotte assemblando parti anatomiche standard.

L'Esercito è composto da riproduzioni di guerrieri in terracotta, vestiti con corazze in pietra e dotati di armi, poste di guardia alla tomba dell'imperatore. Di queste statue sono state riportate alla luce circa 500 guerrieri, 18 carri in legno e 100 cavalli in terracotta. Si tratta di una replica fedele dall'armata che aveva contribuito a unificare la Cina. Tuttavia, nelle fosse sono state trovate poche armi, poiché si presume che le stesse furono saccheggiate dai ribelli che si insediarono sul trono imperiale: la dinastia Han. Dalle posizioni delle mani e del corpo delle statue, si possono immaginare le tecniche di combattimento di fanti, alabardieri, arcieri e balestrieri. A quei tempi si combatteva soprattutto a piedi; i carri ed i cavalli servivano per dirigere i movimenti della fanteria. La cavalleria fu introdotta più tardi, per affrontare i guerrieri nomadi che in battaglia utilizzavano appunto i cavalli.



Le statue colpiscono per il loro realismo e nei particolari: la tecnica usata per realizzarli consisteva nel compattare cerchi di argilla in modo da creare un tubo (il torace) e completate con l'aggiunta di gambe e braccia. La struttura poi, veniva ricoperta di blocchetti di argilla per creare le uniformi e successivamente decorata

Nel 1987 il mausoleo dell'imperatore Qin Shi Huang Di, di cui l'esercito di terracotta fa parte, è stato inserito nell'elenco dei Patrimoni dell'umanità dell'UNESCO e, a protezione degli scavi, è stato costruito un’enorme capannone che ricopre tutta l’area.

 
L'entrata agli scavi; sembra di andare al lavoro in azienda....

(Tutte le foto sono di Graziano e Daniela Lenci)




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