Il "buco" con la montagna attorno (44°00′54″N - 10°20′06″E)



Il sorgere ed il tramontare del sole sono i fenomeni astronomici  più prevedibili, sui quali basiamo la nostra percezione dello scorrere dei giorni. Esiste tuttavia un luogo grazie al quale l’apparire del   sole al mattino e la sua scomparsa alla sera possono diventare  fenomeni eccezionali. Questo magico luogo è il Monte Forato, sulle Alpi Apuane.

La cresta della montagna con il foro bene in evidenza

In certi giorni dell’anno eed in particolare in prossimità del Solsizio d’estate (21 giugno),  il Sole appare una prima volta in un foro che la natura ha “costruito” sulla  cima della montagna, poi viene nascosto dall’arco di roccia che sovrasta il foro e quindi sorge una seconda volta, al  di sopra dell’arco. E’ un fenomeno di particolare suggestione e coloro  che vi assistono ne rimangono stregati, tanto da compiere lunghi viaggi per avere la possibilità di ripetere l’esperienza. 

La luce dell'alba filtra attraverso il foro sulla montagna

Per le  osservazioni delle albe al solstizio d’estate i migliori punti di osservazione  sono da alcuni paesini del versante che si affaccia sul litorale della Versilia: Cardoso,  Pruno e Vollegno, frazioni del comune di   Stazzema in provincia di Lucca. Dal vestante opposto, quello che dà sulla Garfagnana,  è possibile invece osservare il suggestivo tramonto attraverso l’arco in due distinti periodi dell’anno: i giorni 11 e 12 del mese di novembre ed i giorni 30 e 31 del mese di gennaio. Uno dei luoghi più belli per effettuare queste osservazioni è la splendida cittadina medioevale di Barga, sempre in provincia di Lucca.

Il sole attraversa il foro al tramonto
     

Il monte Forato o Pania Forata è una montagna della catena toscana delle Alpi Apuane, nella Toscana nord-occidentale. Pur avendo una modesta altitudine, questa montagna ha una particolarità unica nel suo genere che la rende affascinante. La sua sommità, posta a 1230 metri slm  è un arco naturale di notevoli dimensioni e per questo, visibile da lunghe distanze .

Il foro nella montagna


L'arco, che si è formato per l'erosione di acqua e vento sulla roccia calcarea che costituisce la montagna, ha una campata di 32 metri e una altezza massima al di sopra del passo sottostante (detto 'Passo dell'arco') di 25 m, lo spessore della roccia che forma l'arco è circa 8 metri , queste misure ne fanno uno dei più grandi archi naturali italiani. Il “foro” è ben visibile sia dal versante Versiliano che da quello  Garfagnino.

Il Monte Forato visto dal paese di Pruno


Secondo la leggenda, Il caratteristico ed unico foro che si apre sulla sommità della montagna, è legato alla figura di San Pellegrino. Un giorno mentre San Pellegrino si trovava nella selva dell’Alpe a pregare, fu assalito da demoni e folletti che lo tormentarono a lungo: ma quando il Santo alzò la sua croce di faggio fece fuggire gli spiriti che con spaventosi ululati si sollevarono in cielo, turbinando come una nube tempestosa e si diressero verso il mare, creando una varco nella parete rocciosa della montagna, che dal quel giorno si chiamò Monte Forato. (Dal libro “Storie e leggende della montagna lucchese” di Paolo Fantozzi Edizioni Le Lettere)




Un’altra versione racconta invece che quando San Pellegrino viveva nelle montagna facendo penitenza e mangiando soltanto radici e bacche, venne tentato dal diavolo che con ogni mezzo voleva distrarlo dal costruire le sue croci di faggio che sistemava dappertutto. Così il diavolo decise di presentarsi di persona al Santo per spaventarlo: dapprima fu un drago spaventoso, poi si trasformò in una ammaliante fanciulla, ma San Pellegrino rimase tranquillo, per nulla turbato dalla presenza di quelle strane creature di cui conosceva bene la natura. Il diavolo decise allora di presentarsi sotto il suo terribile aspetto per rifilare un poderoso ceffone al Santo, che cadde a terra tramortito. Ma l’eremita, ormai stanco degli scherzi del diavolo, si alzò e ricambiò il ceffone con uno più forte che fece attraversare al demonio tutta la valle del Serchio mandandolo a sbattere contro la montagna e creando, così, quell’originale foro.


Inutile dire che è una mèta classica per gli escursionisti e anche per la gente comune in quanto, data la modesta altitudine, molti sentieri che portano alla vetta sono facilmente percorribili anche da chi ha poco allenamento.



Uno sport estremo molto praticato in questo luogo suggestivo è ….l’altalena! molti temerari si lasciano dondolare da un’altalena di corde fissate all’arco di roccia. Ad ogni spinta sembra di volare nell'immenso anche perchè la ripidità dei pendii crea una suggestione intensa. E' sicuramente un'esperienza unica e da provare



L'arco naturale è anche il soggetto di un quadro di Andrea Markò intitolato "Il monte forato nelle Alpi apuane" del 1871 e conservato nel museo di  Palazzo Pitti a Firenze.






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