Tuz Gölü: Lo straordinario deserto bianco dell’Anatolia. (38°50′N - 33°20′E)
Tecnicamente, si tratta di una vasta depressione di origine
vulcanica anticamente occupata dalle acque che si sono poi ritirate in epoche
successive. Nella realtà, invece, è una meraviglia della natura che lascia
veramente a bocca aperta.
Il Tuz Gölü , e' un lago salino e tettonico che occupa
un'area enorme nell’arido piano centrale dell'Anatolia e' il secondo lago piu'
grande della Turchia dopo il Lago di Van e, con i suoi 1500 chilometri
quadrati di superficie è anche uno dei piu' grandi al mondo. Il lago e' situato
a circa 1000 metri
sul livello del mare a 105
chilometri a nordest della città di Konya.
Immaginatevi un'immensa distesa bianca; Completamente
bianca. Una superficie piatta in cui lo sguardo si perde verso l'infinito; Un
bianco accecante che ti circonda e ti avvolge
come un manto di luce calda e ti ferisce gli occhi tanto è il suo
fulgore.
Per la maggior parte dell'anno, il lago e' poco profondo
(fra 1-2 metri ),
particolarmente durante i mesi estivi quando l'acqua si vaporizza in quantita'
enormi a causa del caldo secco e lascia una crosta di sale sulla superficie
fino a 30 centimetri
di spessore. Questo sale viene estratto, lavorato, raffinato e venduto nel
mercato locale, cosi rendendo questa piccola industria la piu' grande economia
delle provincie circostanti.
La densita' dell'acqua e' 1.225 gr/cm3 e la percentuale del
sale e' del 32.4% (superiore quindi a quello del Mar Morto). Il lago non ha
uscite e soltanto pochi ruscelli superficiali lo alimentano ma questi si
asciugano in estate quando il clima e' caldissimo e secco. La precipitazioni
atmosferiche nella zona son molto scarse.
Negli ultimi anni il Tuz Gölü e' minacciato dall'inquinamento
industriale e dallo sfruttamento errato ed eccessivo delle acque sotterranee.
Cio' sta rovinando non solo il lago ma anche la flora e la fauna della zona, e
avra' un effetto negativo sugli abitanti delle regioni circostanti. Di
conseguenza, il WWF ha avviato un Progetto Pilota per la ricostituzione e la riabilitazione degli ecosistemi
minacciati.
Purtroppo, anche se effettivamente ci sono stato, non ho foto mie. Tutte quelle pubblicate sono state reperite in rete.
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