L’Orrido di Botri (44°5'33"N -10°37'4"E)


La parola Orrido, è sinonimo di orrore, ribrezzo spavento.

Ma quando si parla di formazioni geologiche, può assumere tutt’altro significato. Un Orrido, in natura può essere bellissimo, tanto da lasciare il visitatore letteralmente a bocca aperta.



L’Orrido di Botri, nella verde provincia di Lucca,   è un'aspra ed imponente gola calcarea, con ripide pareti alte fino a 200 metri, scavate in profondità dalle fredde acque del Rio Pelago ; il canyon che è  più grande e profondo della Toscana si inserisce in un paesaggio appenninico caratterizzato da ambienti rupestri ed estese faggete, dominato dalle cime del monte Rondinaio e dell’alpe delle Tre Potenze che sfiorano i 2.000 metri di altezza. E’ stretto in alcuni punti solo pochi metri, è accidentato ed impervio, difficile e faticoso da percorrere ma  è normalmente aperto al pubblico da giugno a settembre. L’ingresso all’area Protetta è a pagamento: presso la reception di Ponte a Gaio si acquista il biglietto, si noleggia il necessario casco protettivo e si ricevono tutte le informazioni relative all’area a cui si sta accedendo.




Il canyon facente parte di un ambiente naturale di rara suggestione e di notevole interesse geologico e naturalistico, è visitabile partendo da Ponte a Gaio, unico accesso alla gola, dove si trova il centro accoglienza del Corpo forestale dello Stato. L’itinerario di visita prevede la risalita del Rio Pelago fino al punto chiamato “Piscina” con frequenti guadi delle sue gelide acque e,  a causa del fondo scivoloso e scosceso, è obbligatorio l'uso del casco protettivo e sono consigliate calzature idonee, chiuse e allacciate. L’itinerario è percorribile in circa 4 ore tra andata e ritorno.




Questa riserva, che, con i suoi 286 ettari ricade interamente nel Comune di Bagni di Lucca,  è gestita dal Corpo Forestale dello Stato attraverso l’ufficio territoriale per la biodiversità di Lucca.



L'istituzione nel 1971 delle riserva naturale Orrido di Botri e Balzonero per iniziativa del Ministero dell'Agricoltura e delle Foreste, ha permesso la conservazione di questo particolare sito, dove flora e fauna trovano un habitat ideale, integro e protetto. La flora è particolarmente ricca ed interessante: si possono infatti ammirare numerose specie botaniche altrove rare, come la non comune pinguicola (Pinguicula vulgaris), pianta insettivora, dai fiori viola e foglie viscose atte a catturare piccoli insetti dei quali si nutre.

Pinguicula Volgaris


Grazie alla sua integrità, il territorio dell'Orrido di Botri è anche ambiente ottimale per numerose specie animali, prima fra tutte l'aquila reale, che qui ancora nidifica, oltre a moltissime altre specie di rapaci.



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