Zijin Cheng; La “Città Proibita” (N 39° 54' 17" - E 116° 24' 29")


La Città Proibita che fu il palazzo imperiale delle dinastie Ming e Qing si trova nel centro di Pechino, la capitale della Cina. Per quasi 500 anni, ha servito come dimora degli imperatori e delle loro famiglie, così come centro cerimoniale e politico del governo cinese. E’ stata progettata per essere il centro della antica città fortificata di Pechino. È infatti racchiusa in una più grande area fortificata chiamata città imperiale.

Una veduta d'insieme

Costruita tra il 1406 e il 1420, il complesso è composto di 980 edifici divisi in oltre  8.700 camere ed ha un’estensione di circa  720.000 m² . Si tratta di un rettangolo lungo 961 metri sul lato da nord a sud e di 753 metri su quello da est a ovest. Con tali dimensioni, la Città Proibita  è  "il più grande palazzo del mondo". Il complesso del palazzo esemplifica la sontuosa architettura tradizionale cinese, ed ha influenzato gli sviluppi culturali e architettonici dell'Asia orientale.

La Città Proibita vista dal satellite

Dal 1925, la Città Proibita è diventata un museo, la cui vasta collezione di opere d'arte e manufatti è stata realizzata grazie alle collezioni imperiali delle dinastie Ming e Qing.

Nel 1987 è stata inserita nell'elenco dei Patrimoni dell'umanità dell'UNESCO, che la riconosce come la più grande collezione di antiche strutture in legno giunto fino ai giorni nostri.

Il nome Città Proibita deriva dal cinese Zijin Cheng che significa "Città purpurea". L'aggettivo "Proibita" deriva dal fatto che, a parte i membri della casa imperiale, nessuno vi poteva entrare senza l'esplicito permesso dell'Imperatore. Talvolta nel passato veniva chiamato anche "Palazzo d'Inverno".



Il sito dove sorge oggi la Città Proibita era parte della città imperiale già durante la Dinastia Yuan. Quando la Dinastia Ming le succedette, l'Imperatore Hongwu spostò la capitale da Pechino a Nanchino e ordinò che i palazzi mongoli fossero rasi al suolo (1369). Il figlio Zhu Di, futuro Imperatore Yongle, ricevette il titolo di Principe di Yan, con sede a Pechino, dove venne costruito un palazzo. Nel 1402 Zhu Di usurpò il trono e divenne imperatore, spostando nuovamente la capitale da Nanchino a Pechino.

La costruzione della Città Proibita iniziò nel 1406 e durò 14 anni, impiegando circa un milione di lavoratori. L'asse principale del nuovo palazzo si trovava a est dei palazzi della Dinastia Yuan, un fatto non casuale perché così facendo quei palazzi si venivano a trovare a ovest del nuovo edificio (la "zona della morte" secondo il Feng shui). Il terreno scavato durante la costruzione del fossato che circonda la Città Proibita venne riportato a nord, dove divenne una vera e propria collina artificiale.



Fra il 1420, anno del completamento, e il 1644, la Città Proibita fu la sede della Dinastia Ming fino a quando venne invasa durante la rivolta contadina guidata da Li Zicheng, che fu proclamato imperatore della dinastia Shun. In ottobre, i Manciù avevano raggiunto la supremazia nel nord della Cina e una cerimonia svoltasi presso la Città Proibita annunciò il giovane imperatore Shunzhi come sovrano di tutta la Cina sotto la dinastia Qing. Gli imperatori Qing cambiarono i nomi di alcuni degli edifici principali al fine di sottolineare "armonia" piuttosto che la "supremazia", produssero delle iscrizioni in doppia lingua (cinese e manciù), e introdussero elementi sciamanici nel palazzo. Anche successivamente la dinastia Qing tenne qui il quartier generale del potere politico cinese.

la famosa porta di Tienammen

Nel 1860, durante la seconda guerra dell'oppio, l'esercito britannico penetrò nella Città Proibita e la occupò fino alla fine delle ostilità. Dopo essere stata la residenza di 24 imperatori (14 della Dinastia Ming e 10 della Qing), nel 1912 la Città Proibita cessò di essere il centro del potere politico cinese, con l'abdicazione del giovane imperatore Pu Yi. Egli ottenne però di poter continuare a vivere all'interno della "parte interna" della Città Proibita con la sua famiglia, mentre la "parte esterna" venne occupata dal governo della Repubblica di Cina e vi venne istituito un museo nel 1925.

Pu Yi restò nella Città Proibita fino al 1924, quando Feng Yuxiang prese il controllo di Pechino con un colpo di Stato, espellendo l'ex imperatore. Poco dopo venne istituito il "museo nazionale del palazzo", in cui erano esposti i numerosissimi tesori raccolti dagli imperatori nei cinque secoli in cui avevano dominato la Cina. Durante la seconda guerra sino-giapponese, la sicurezza di tali tesori venne messa in pericolo e furono quindi riportati nella Città Proibita. Parte della collezione è stata poi restituita alla fine della seconda guerra mondiale.



Nel 1947, dopo che erano stati spostati in numerosissime località della Cina, Chiang Kai-shek ordinò che tutti i manufatti che si fosse riusciti a trasportare (provenienti sia dalla Città Proibita che dal palazzo imperiale di Nanchino) dovevano venire portati sull'isola di Taiwan. Questi oggetti formano il cuore del "museo nazionale del palazzo" di Taipei.

Dopo la costituzione, avvenuta nel 1949, della Repubblica Popolare Cinese, la Città Proibita ha subito diversi danneggiamenti a causa del clima rivoluzionario che travolse il paese. Durante la Rivoluzione Culturale, tuttavia, sono stati evitati ulteriori danneggiamenti grazie all'intervento del primo ministro Zhou Enlai, che ha inviato un battaglione dell'esercito a guardia della città.

Attualmente è in corso di realizzazione un progetto di restauro per riparare e ripristinare tutti gli edifici della Città Proibita al loro stato precedente al 1912.


 
Io in posa di fronte alla porta di Tienammen

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