Ischia, il lido dei Maronti e il “respiro di Tifeo” (40° 42' 12'' N - 13° 55' 9'' E)
“Non
freme così ‘l mar quando s’adira
non
lnàrime allor che Tifeo piagne.”
(Francesco
Petrarca, il Trionfo della Pudicizia)
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La spiaggia dei Maronti ed il promontorio di Sant'Angelo |
La
spiaggia dei Maronti è una delle più incantevoli d'Italia.
Probabilmente non vi è turista che giunga ad Ischia che già non
conosca, almeno per sentito dire, la parola “Maronti” e, di
certo, non vi è turista che vada via che non abbia visitato questo
magnifico specchio di mare con annessa spiaggia. Lunga circa 3 Km.
Maronti e' la piu' grande e lunga spiaggia dell'isola ed e' riparata
da un'imponente scarpata rocciosa. La spiaggia non è nota solo per
le sue potenzialità balnearie; qui si affacciano le buie aperture
di antiche caverne (cave) che si possono risalire in cerca di
emozioni. Dentro uno di questi anfratti sgorgano le acque della più
potente sorgente idrotermale dell'isola: la Sorgente di Cavascura.
Qui, sbancando i fianchi di tufo della collina è stato ricavato un
bagno termale all'aperto. Le vasche sono alimentate da acque
terapeutiche che offrono confortevoli e salutari bagni. Queste
sorgenti termali erano già note agli antichi romani.
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La sorgente termale di Cavascura |
Il
nome Maronti, deriva dal greco e fu tradotto successivamente in
latino con il termine "quatior" che significa "spiaggia
tranquilla".
La
spiaggia dei Maronti - come del resto tutte le spiagge dell'isola -
ha goduto dei "Privilegi Aragonesi" concessi da Ferdinando
d'Aragona, pronipote di Alfonso, per la fedeltà dimostrata dal
popolo ischitano alla corona quando, per la defezione delle città
del regno, Ferdinando dovette fuggire dalla capitale, Napoli,
trovando rifugio sull'isola. La morte, però, lo colse prima che egli
potesse ratificare quanto elargito; fu lo zio Federico, suo
successore a portare a compimento i desideri del nipote che
prevedevano che proprietario dei promontori, delle spiagge e del mare
per mezzo miglio attorno alla costa doveva essere il popolo
ischitano. Le amministrazioni dell'isola potevano cosi legiferare su
questi beni e fittarli e furono custodi gelose di questi Privilegi
perché sul piano economico rappresentavano la possibilità di vivere
con agiatezza.
La
spiaggia era, anticamente, molto frequentata dai pirati. Essi
potevano arrivare con le loro imbarcazioni fin sulla riva per la
particolare conformazione dl fondo marino. I pianori e le scarpate
che affacciavano sulla spiaggia, servivano loro come rifugio sicuro e
come nascondiglio di ogni mercanzia razziata durante le scorrerie. I
pirati nascondevano il frutto delle razzie scavavando pozzi a forma
circolare con un'ampia base ed un'imboccatura stretta dove poi
fissavano una scala per poter salire e scendere. Una volta riempito
di merce preziosa chiudevano l'imboccatura con una larga pietra e su
di essa stendevano del terreno con delle piantine, mettevano dei
segnali e poi ripartivano. I tesori venivano in seguito trasportati
oltre i mari senza destare sospetti.
Un'altra
interessante attrattiva di questo luogo, sono i caratteristici getti
di vapore acqueo di origine vulcanica provenienti dal sottosuolo
detti “fumarole”
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La sabbia fumante |
A
due passi dall'incantevole borgo di Sant’Angelo e dai giardini
termali Aphrodite Apollon, ad una delle estremita' della baia dove è
situata la spiaggia, c'è un'angolino dove la sabbia è letteralmente
bollente. Qui, dalla notte dei tempi, il respiro di Tifeo fuoriesce
dalle profondità della terra.
Secondo
un’antica leggenda risalente al periodo romano, sotto la superficie
dell' isola, si trova il gigante Tifeo, un famoso personaggio della
mitologia greca.
La
leggenda narra che Tifeo, figlio di Ade e Gaia, si ribellò a Zeus e,
dopo una dura lotta con il re degli dei, il gigante fu scaraventato
in mare dall’Olimpo e condannato a sorreggere per l’eternità,
sulle proprie spalle, il peso dell’intera isola d’Ischia nel
Golfo di Napoli.
Tifeo,
con il suo mito giustificava i vari fenomeni naturali dell’isola
che spaventavano nell’ antichità i suoi abitanti. Infatti, secondo
gli antichi le contorsioni del gigante provocavano i terremoti,
mentre dalle sue lacrime dal suo caldo respiro avrebbero avuto
origine le acque termali e le fumarole tipiche dell’isola.
Il
mito di Tifeo ad Ischia spiega anche l’origine dei nomi di alcune
frazioni dell’isola, quali Panza, Ciglio e Bocca, che si
troverebbero in prossimità delle corrispondenti parti del corpo del
gigante.
“Le
acque di Tifeo” oggi sono anche una linea di trattamenti cosmetici
per il viso e per il corpo.
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La "bocca di Tifeo"
Il
fenomeno delle Fumarole è legato all’attività vulcanica
dell’isola. In queste aree, il sottosuolo, probabilmente a stretto
contatto con una faglia magmatica sotterranea, emana una grande
energia termica che produce nuvole di vapore nell’ambiente esterno
e bolle di gas nel mare alla temperatura di circa 100°C. I fenomeni
sono facilmente osservabili sul bagnasciuga e fino a pochi metri
dalla riva dove l'acqua letteralmente ribolle, o addirittura,
avvicinandosi, agli scogli appoggiati sulla sabbia bollente, stando
bene attenti a dove si poggiano i piedi per evitare pericolose
ustioni.
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L'area delle sabbie roventi con i cartelli di avvertimento |
L'effetto
benefico della sabbia calda veniva sfruttata già dagli antichi
Romani per curare gli acciacchi del corpo, attraverso le cosiddette
sabbiature. Le acque termali di Ischia erano citate sia nella
letteratura classica di Omero sia in quella latina di Virgilio,
Plinio e Strabone fino ad arrivare all’epoca rinascimentale con il
Petrarca.
Nel
corso dei secoli molti sono stati gli usi di queste particolari
proprietà Termali, nel caso specifico il calore è stato sfruttato
anche per usi culinari. Qui, infatti, è possibile cuocere alimenti
semplicemente interrandoli nella sabbia.
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Cottura dei cibi sulla spiaggia |
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