Il Kruger National Park (24°00′41″S-31°29′07″E)


Con un’estensione di circa 20.000 km² Il Kruger National Park è la più grande riserva naturale del Sudafrica. Ricopre un’area equivalente a quella dello stato di Israele e misura 350 km da nord a sud e 67 km da est ad ovest.

La mappa del parco

 Recentemente, il Kruger è entrato a far parte del Great Limpopo Transfrontier Park, che lo unisce al Gonarezhou National Park dello Zimbabwe e al Limpopo National Park del Mozambico. Il parco appartiene alla "Kruger to Canyons Biosphere" , una zona designata dall'UNESCO come Riserva Internazionale dell'Uomo e della Biosfera.

Nella regione del Kruger sono stati trovati reperti che indicano la presenza umana da almeno un milione e mezzo di anni fa. Il popolo San (boscimani) abita l'area da almeno  100.000 anni. Nel III secolo giunsero nella zona popolazioni Nguni, alla ricerca di allevamenti per il loro bestiame e i San furono costretti ad allontanarsi. Nel IX secolo gli arabi iniziarono le loro scorrerie nella zona a caccia di schiavi da esportarsi attraverso i porti del Mozambico. Nella zona nord del parco, nello stesso periodo, fiorì una civiltà la cui presenza è oggi testimoniata dalla cittadella di pietra di Thulamela e dai resti di circa 200 miniere di ferro.

Incontri ravvicinati nel parco


Il primo europeo a esplorare la zona fu l'olandese Francois de Cuiper, che guidava una spedizione della Compagnia delle Indie Orientali partita dalla Colonia del Capo nel 1725. Cuiper fu scacciato dalla zona da un attacco sferrato ai suoi dalle tribù locali, nella zona di Gomondwane.

Intorno al 1838, una spedizione di voortrekker guidata da Louis Trichardt e Hans van Rensburg esplorò il Lowveld. Nel 1845 João Albasini, un diciottenne italiano, fu il primo colono a insediarsi nella zona, dopo essere naufragato sulle coste del Mozambico. Albasini aprì un negozio vicino a quella che oggi si chiama Pretoriuskop. Circa nello stesso periodo, le carovane iniziarono a percorrere regolarmente la tratta dal Lowveld a Delagoa Bay (Maputo).

Nel 1873, a Pilgrim’s Rest, nel Blyde River Canyon, fu trovato l’oro.  Cercatori d'oro e avventurieri d’ogni genere iniziarono a riversarsi nella zona, nonostante il pericolo rappresentato da leoni, coccodrilli e dalla  malaria. In questo periodo la fauna locale cominciò a essere seriamente minacciata dai cacciatori europei.

Antilopi



Nel 1896, il virus della peste bovina fece strage di gran parte degli animali selvatici e domestici dell'area. Allo scopo di preservare la cacciagione, il Volksraad del Transvaal decise di creare una piccola riserva governativa intorno al fiume Sabie. I primi fondi furono stanziati nel 1898, ma lo scoppio della Seconda Guerra Boera bloccò il progetto, ripreso solo nel 1902. L'area della riserva fu quasi subito estesa dal Sabi fino al fiume Olifants.

Un'Ippopotamo al pascolo sul greto del fiume Letaba


La parte settentrionale della regione divenne a sua volta area protetta nel 1903, col nome di Singwitsi Game Reserve. Vi era incluso il Crook's Corner , un tratto di terra  racchiuso fra i fiumi Luvuhu e Limpopo, e fra i confini di Sudafrica, Mozambico e Zimbabwe; proprio a causa della vicinanza dei tre confini (e la relativa facilità di una fuga all'estero),  Crook's Corner  era il rifugio ideale di bracconieri, fuggiaschi e latitanti di varia natura. In quel periodo, a causa del  bracconaggio, la fauna della riserva era sempre più minacciata e prossima all'estinzione. Per scongiurare la fine,   James Stevenson-Hamilton, primo guardiano della riserva, fece in modo che tutti gli abitanti della zona fossero costretti a trasferirsi, e iniziò ad abbattere i predatori per consentire alla popolazione di antilopi e altri erbivori di tornare a crescere numerosa. Successivamente, quando si accorse del grande interesse che i leoni suscitavano presso i turisti, smise di abbattere i predatori. Nel frattempo, l’estinzione era stata scongiurata.

Un Leopardo che si addentra nella savana


Nel 1912 la riserva fu attraversata dalla ferrovia. Stevenson-Hamilton riuscì a sfruttare questa situazione, facendo in modo che i viaggiatori si fermassero nella riserva a pranzo,  creando quindi un primo tentativo di sfruttamento turistico della zona. Nel 1926, l'amministrazione Britannica stabilì che la riserva diventasse il primo Parco Nazionale del Sudafrica, e, come gesto simbolico di riconciliazione con la popolazione dei coloni dopo la guerra, la ribattezzò "Kruger National Park" in onore di un leader boero, Paul Kruger. Il parco fu aperto al pubblico nel 1927, e dopo un inizio piuttosto stentato, il parco cominciò ad attirare sempre più  turisti: già nel 1935 si vendevano circa 26000 biglietti l’anno. Oggi, il parco viene visitato annualmente  da circa un milione di turisti.

Il grande Elefante africano


Nel 1991, Robbie Robinson divenne il direttore della South African National Parks Board, e intraprese numerose azioni per modernizzare il parco. Una delle sue prime decisioni fu quella di rimuovere le staccionate che delimitavano i confini del Kruger, consentendo così agli animali di spostarsi liberamente nelle riserve confinanti. Nel 1998 fu eletto il primo direttore di colore del parco, David Mabunda. Nello stesso periodo, il Kruger fu annesso al Great Limpopo Transfrontier Park. Il 21 ottobre del 2002 fu aperto nei pressi di Nelspruit (a circa 63 km dal parco) il Kruger Mpumalanga International Airport che ha contribuito non poco all’ulteriore sviluppo del turismo.

Il Kruger Park è suddiviso in 6 ecosistemi con diversi tipi di vegetazione, dai fitti boschi di acacie, sicomori e salici spinosi del sudovest alla savana della regione centrale. Complessivamente, il parco ospita circa 1.900 specie di piante.

Zebre

Nel parco si incontrano oltre 500 diverse specie di uccelli, alcune residenti o stanziali, altre migratorie o nomadi.

Il Kruger ospita tutti i membri del gruppo dei big five con una cifra stimata di 2500 bufali, 1000 leopardi, 1500 leoni, 5000 rinoceronti (sia neri che bianchi) e 12000 elefanti. Altri mammiferi presenti nel parco includono zebre, ghepardi, giraffe, kudu, ippopotami, impala, molte specie di antilopi, iene, facoceri, gnu, e altri.

Un grande coccodrillo sulla riva del fiume Letaba


A partire dal 1989, per arginare l’eccessiva crescita del numero degli elefanti, che creava problemi all’intero ecosistema,  la direzione del  parco ha iniziato  a trasferire elefanti ad altre riserve, e dal 1995 ha iniziato una campagna di  somministrazione di farmaci contraccettivi.

Giraffe al pascolo



Nel parco si trovano inoltre 120 specie di rettili (tra cui circa 5000 coccodrilli) e molte specie di serpenti , 52 specie di pesci, e 35 di anfibi.



(Tutte le foto sono di Graziano e Daniela Lenci)

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