Levigliani (LU); Le miniere dell’Argento vivo (N 44° 1' 23" - E 10° 17' 17"
“Contuttochè il temporale minacciasse
nevischio come poi seguì, volli andare a vedere la miniera di mercurio di
Levigliani. ….Il signor Don Bartolomeo Maggì, Rettore di Levigliani era di
continuo a quella cava…. è praticissimo di questa miniera e conosce francamente
le vene migliori di mercurio. Ei mi disse che il mercurio sta nelle vene di
quarzo bianco…..Mi disse che una volta, scoppiando una mina, colò tanto
mercurio e seguitò a colare per quasi sei minuti, che i minatori, non avendo
tanti vasi per raccoglierlo, ne ammezzarono anche due cappelli. ”
(da “Relazioni d’alcuni viaggi”
del dottor Giovanni Targioni Tozzetti. Firenze, 1752)
Le miniere di Levigliani sono le più antiche dell’Alta Toscana. Già nominate
in un atto del Comune di Pisa del 1153 ,soltanto nel periodo 1470-1477 vi
furono effettuati i primi lavori di estrazione per ordine della Repubblica di
Firenze atti alla ricerca di minerali utili alla fabbricazione di pigmenti per
i codici miniati ed i libri ecclesiastici. L’impresa fallì visto che gli operai
vendevano nottetempo il materiale estratto al di là del vicino confine di
stato. Dopo oltre 200 anni di inattività, nel 1717, Cosimo III dè Medici inviò
lo scultore Torricelli per estrarre il cinabro ma anche in questa occasione
l’impresa non ebbe successo a causa della scarsità del minerale estratto. Solamente
dopo la Seconda Guerra
Mondiale la società privata Motosi di La Spezia fece riattivare l’estrazione del minerale
con l’uso di moderni perforatori e mine. Tuttavia, la scarsa quantità di
minerale estratto fece sì che il complesso minerario fu ceduto alla Società
Anonima Miniere Alta Versilia che proseguì la sua attività, con sovvenzioni e
lunghi periodi di inattività, fino al 1970.
Il lavoro in miniera |
Il piccolo giacimento di Levigliani, benché di scarsa
importanza economica, ha una certa rilevanza dal punto di vista scientifico. Il
mercurio elementare è molto raro in natura. Se ne trovano piccole quantità in
gocce alla superficie dei giacimenti di cinabro e sotto forma di amalgami d'oro
o di argento.
Il mercurio era già noto in tempi antichi in Cina e India; fu anche rinvenuto in tombe
dell'Antico Egitto risalenti al 1500
a .C. In Cina, India e Tibet si riteneva che il mercurio
prolungasse la vita, curasse le fratture e aiutasse a conservare la buona
salute. Si narra che il primo imperatore della Cina, Qin Shi Huang Di, sia
impazzito e quindi morto per l'ingestione di pillole di mercurio che nelle
intenzioni avrebbero dovuto garantirgli vita eterna. Gli antichi greci e romani
lo usavano negli unguenti e come cosmetico.
Dagli alchimisti, il mercurio era spesso visto come uno
degli elementi primordiali che costituiscono la materia; la parola indù per
"alchimia" è rasavātam che significa letteralmente "la via del
mercurio"; si riteneva che cambiando il tipo e tenore di zolfo, il
mercurio poteva essere trasformato in qualsiasi altro metallo, in special modo
l'oro.
L'elemento prese il
nome del dio romano Mercurio per via della sua scorrevolezza e mobilità.
Il mercurio |
La tossicità del mercurio è nota sin dall'antichità: i
Romani erano infatti a conoscenza dei sintomi nervosi dell'esposizione
all'elemento. Le fonti storiche di allora citano che Mitridate, re del Ponto,
era uso prevenire i potenziali tentativi di avvelenamento attraverso un filtro
composto da una cinquantina di sostanze naturali. E tra queste sostanze vi
erano sia il mercurio sia l'arsenico. Nel Medioevo, gli alchimisti furono
attratti dalle proprietà dell'elemento e la sua tossicità era già nota da
essere utilizzato per avvelenamenti; alcune prove spingono a ritenere che
Napoleone, Ivan il Terribile e Carlo II d'Inghilterra siano morti per
avvelenamento da mercurio.
Nell'età moderna, la tossicità del mercurio e i suoi effetti
nocivi sulla salute della mente si fecero palesi in particolare
nell'Inghilterra dell'Ottocento, quando disordini mentali si diffusero tra i
produttori di cappelli, che utilizzavano grandi quantità dell'elemento per
lavorare il feltro. La diffusione di tali sintomi ispirarono con tutta
probabilità lo scrittore e matematico Lewis Carroll nell'ideazione della figura
del Cappellaio Matto, resa celebre dal romanzo Alice nel Paese delle
Meraviglie.
Il consumo di pesce è oggi la più importante causa di
esposizione all'ingestione di mercurio negli animali e negli esseri umani.
Alcuni grandi pesci, come il tonno azzurro e il pesce spada, possono contenere
alti livelli del metallo per il fenomeno del bioaccumulo, in conseguenza del
fatto che si tratta di pesci in cima alla catena alimentare marina; un grande
consumo di questi prodotti ittici può comportare l'instaurarsi di avvelenamento
da mercurio.
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