Ming Shishan Ling, le tombe della dinastia Ming (40°18′05″N-116°14′35″E)
Le tombe della dinastia Ming si trovano in un sito
archeologico situato a circa 50
km a nord di Pechino, nella contea di Changping,.
Tre sono le tombe visitabili: la tomba Chang Ling, che è la
maggiore, la tomba Ding Ling, situata nei sotterranei di un palazzo e la tomba
Zhao Ling. Gli scavi nel sito sono stati sospesi nel 1989 anche se sono
proseguiti nel tempo studi di ricerca archeologica nella prospettiva di
un'eventuale apertura di altre tombe.
Le tombe si trovano
sul pendio meridionale del monte Taishou . Si ritiene che quella fu la sede
originaria dell'antica Pechino, e a testimoniarlo sarebbero numerosi monumenti
che vi sono situati. Dopo la costruzione del Palazzo Imperiale (Città Proibita)
nel 1420, l 'imperatore
Yongle in persona scelse il sito per la sua sepoltura disponendo la creazione
di un apposito mausoleo. Da quel tempo sono stati tredici gli imperatori ad
essere sepolti nel sito, che all'epoca Ming era assolutamente inaccessibile al
popolo.
L'imperatore Chongzhen fu l'ultimo a essere sepolto nelle
tombe Ming: si uccise attraverso impiccagione nell'aprile 1644. Nella stesso
mese l'esercito del ribelle Li Zicheng saccheggiò il sito mettendolo a fuoco
prima dell'avanzata e della conquista di Pechino.
La posizione della necropoli fu scelta in base ai princìpi
della geomanzia Feng Shui secondo cui gli spiriti maligni provenienti dal nord
dovevano essere deviati su uno specifico territorio a forma di arco, ai piedi
delle montagne Jundu, a nord di Pechino. Quest'area di quaranta chilometri
quadrati venne individuata in una valle incontaminata, delimitata dalle
montagne, ricca di acque e terra scura.
La Via Sacra |
Il sito è circondato da un muro e attraversato da un viale
lungo sette chilometri denominato Via sacra, punteggiato da dodici coppie di
statue con figure di animali e da dodici statue di personalità Ming. Le
trentasei statue situate lungo la
Via Sacra , chiamata anche Via delle figure in pietra, furono
realizzate nel 1435 in
marmo bianco di Pechino. Il loro significato era simbolicamente quello di
proteggere il sonno eterno degli imperatori.
Le ventiquattro che rappresentano figure di animali sono
allineate simmetricamente a doppie coppie, due in piedi e due a riposo. Al
termine della via si trovano le dodici statue a figure in piedi rappresentati
generali con la sciabola, mandarini e ministri .
L'entrata principale - denominata Grande Porta Rossa - è
articolata su tre ingressi ad arco dipinti di rosso.
L'entrata principale |
la "Tomba della
Tranquillità", è la tomba dell'imperatore Wanli ed è l'unica ad essere stata scavata nei
sotterranei di un palazzo dal tempo della fondazione della Repubblica Popolare
di Cina.
I lavori per riportarla alla luce iniziarono nel 1956 dopo
che un gruppo di studiosi guidati da Guo Moruo e Wu Han avevano iniziato lo
scavo della Chang Ling. Durante i lavori di scavo,fu ritrovata una stele con
dei caratteri incisi. Su questa stele,
era stata incisa una sorta di “mappa del
Tesoro”: 16 ideogrammi in lingua cinese che potevano essere così tradotti: “Da
questa pietra verso il muro dei diamanti, misurate 16 Zhang (1 Zhang = 2,3 m. circa) e scavate in
profondità per 3 Zhang e 5 Chi (1 Chi = a 2,3 cm circa)”
La stele con le indicazioni |
Seguite le istruzioni, gli archeologi trovarono l’accesso
alla tomba sotterranea fino ad allora, inviolata.
L'entrata alla tomba com'è oggi |
Lo scavo ha rivelò una tomba intatta, contenente migliaia di
oggetti di seta, materiali tessili, di legno e di porcellana appartenuti
all'imperatore Wanli, all'imperatrice Xiaoduan e alla concubina Xiaojing.
Particolare dell'entrata |
Purtroppo, la mancanza di tecnologia e di risorse per tutelare
i reperti dello scavo si è rivelata di ostacolo al progetto di recupero tanto
che la grande quantità di seta e di altri tessuti è stata a lungo accantonata
in un ripostiglio esposto all'acqua e al vento. La maggior parte dei manufatti
è rimasta tanto deteriorata da costringere il museo ad esporre delle copie.
Con l'avvento della Rivoluzione culturale promossa da Mao
Zedong nel 1966 i lavori di restauro al sito furono bloccati per un arco dei
dieci anni successivi. Wu Han, uno dei principali sostenitori del progetto,
divenne il primo grande obiettivo della Rivoluzione culturale: perseguito e
denunciato, morì in carcere nel 1969. Le Guardie Rosse devastarono il museo
dando fuoco al sito e distruggendo quasi ogni reperto.
L'interno della tomba con i cofani laccati in rosso |
È stato solo a partire dal 1979, con la morte di Mao e la
fine della Rivoluzione culturale, che l'attività archeologica ha potuto
riprendere il suo corso. L'esito di questo lavoro di ricerca e recupero sullo
scavo Ding Ling ha indotto il nuovo governo della Repubblica Popolare di Cina a
riprendere gli scavi sia pure con moderazione e a puri fini di tutela e
conservazione, come nel caso del Mausoleo Qianling. Il piano originario di
usare la tomba Ding Ling come sito di prova per un'eventuale ripresa degli
scavi nella tomba Chang Ling sembra invece essere stato definitivamente
accantonato.
Dichiarate patrimonio mondiale dell'umanità dall'UNESCO
nell'agosto 2003, fanno parte del più generale complesso delle Tombe imperiali
delle dinastie Ming e Qing. Il sito fu scelto dall'imperatore della terza
dinastia Ming Yongle (1402-1424), che trasferì la capitale della Cina da
Nanchino in un luogo a nord-ovest dell'attuale città di Pechino.
Nel 2008 la necropoli è servita da sfondo alla prova di
corsa nella specialità del triathlon femminile ai Giochi della XXIX Olimpiade.
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