Colori Provenzali: Les Mines de Broux (N 43° 52' 35"- E 5° 23' 44")

Con il  nome Ocra, si indicano due sostanze minerali a consistenza argillosa che, a seconda del colore, assumono i nomi di ocra rossa e ocra gialla. La prima è costituita da sesquiossido di ferro e corrisponde alla varietà ematite (ematite ocracea dalla colorazione rosso scuro) mentre  la seconda è costituita da limonite e si distingue  per colorazioni differenti dal giallo chiaro al bruno-giallastro. In ambedue i casi, la pigmentazione del minerale deriva dalla presenza di ossido di ferro.

Ocra in polvere


Le ocre si trovano generalmente in filoni fra rocce secondarie. L'estrazione del minerale si fa a cielo aperto o in galleria. Il materiale si presenta in pezzi untuosi al tatto e allappanti. Pulito di tutte le impurezze grossolane, viene steso all'aria aperta e lasciato essiccare. Il materiale secco viene macinato in molini a umido, fatto decantare e poi, all’occorrenza, filtrato, di nuovo essiccato, finemente polverizzato ed infine passato al setaccio. Il risultato finale è una polvere finissima ed impalpabile.

Le ocre vengono impiegate come sostanze coloranti, sia da sole, sia per formare colori composti in unione a gesso, litopone, giallo cromo, ecc. Le ocre gialle sono di gran lunga le più importanti e si trovano, oltre che in Italia, in Francia , Germania ,  Inghilterra ed Australia.

L'ocra è principalmente, un colorante, resistente e inalterabile, utilizzato essenzialmente nella fabbricazione di vernici, pitture e rivestimenti. Per via della sua natura argillosa, un tempo veniva anche usata come addensante nell'industria del linoleum, del caucciù, della carta e del  cartone oltre ad essere impiegata nell'industria cosmetica.



In questo articolo, intendiamo occuparci delle ocre Francesi ma non perché queste siano le migliori; in questo  articolo cercheremo di descrivere come il massacrante lavoro estrattivo di centinaia di persone ci abbia lasciato in eredità un luogo maestoso ed incantato: Les Mines de Broux presso il borgo Provenzale di Gargas.

L'entrata con la biglietteriaoggi


Le prime testimonianze, riguardanti l'utilizzo dell'ocra nei paesi d'Apt, in Provenza,  risalgono al periodo Paleolitico ma è solo nel 1785 che nel villaggio di Roussillon, si inizia il suo sfruttamento commerciale grazie al lavoro di Jean-Etienne Astier, considerato uno dei primi fabbricanti d'ocra.

A Gargas, 7 km ad est del borgo di Roussillon, l’attività estrattiva inizia qualche decennio più tardi, e precisamente nel 1848. Agli inizi, lo scavo del minerale avveniva in modo molto rudimentale e gli attrezzi  usati erano di derivazione agricola o costruiti artigianalmente. Allo stesso modo il trasporto del prodotto verso il porto di Marsiglia avveniva in modo rudimentale dentro grandi sacchi caricati sul dorso di muli.
Gli interni


Il prodotto è piuttosto richiesto a livello mondiale e, la costruzione di una ferrovia nel 1877, che collega le zone estrattive al porto di Marsiglia permette un notevole incremento dell’attività estrattiva e con essa, un'importante rivoluzione. Per mezzo della ferrovia, l'ocra può essere inviata a Marsiglia in grandi quantità, e da lì, in nave, verso tutti i paesi del mondo. In questo modo il commercio cresce in modo consistente. Le infrastrutture vengono ammodernate; Miniere, siti di lavaggio e stabilimenti per la lavorazione dell’ocra fioriscono in tutta la regione. Diverse imprese societarie si insediano sul luogo, tra cui, nel 1901, la SOF (Societè des ocres de France) che riunisce le aziende dei distretti della Borgogna e del Vaucluse. La produzione di ocra aumenta fino alla fine degli anni 20 del ventesimo secolo con 40.000 tonnellate prodotte, di cui più del 90% destinate ai mercati esteri.



La crisi economica mondiale del 1929 non risparmia l'industria dell’ocra. Poco a poco i mercati esteri si inaridiscono. Nel 1938 la produzione di ocra si dimezza. La seconda guerra mondiale, poi,  assesterà il colpo finale all’industria dell’ocra. La maggior parte delle  miniere e degli impianti di lavorazione cessano le attività e vengono abbandonati. Nel 1971, la produzione non supera le 1000 tonnellate e la SOF si ritrova sull'orlo del fallimento. Tutto sembra perduto ma, nel 1974 la società, viene rilevata dall’industriale G. Guigou che, poco alla volta, riesce a rilanciare l’attività produttiva.  Oggi, l’estrazione e la lavorazione sono in costante crescita con 1300 tonnellate annue.

Oggi però la miniera di Broux non è più un sito estrattivo. Associazioni sponsorizzate sia dalla SOF che dal comune di Gargas, hanno trasformato la miniera in un sito turistico e culturale.



L’attività estrattiva ha lasciato in eredità al territorio un dedalo di gallerie  sotterranee lungo ben 40 chilometri dove è facile smarrirsi ma dove è anche facile innamorarsi. Ovviamente, non tutti i 40 chilometri sono aperti al pubblico ma nell’itinerario guidato, il visitatore non può che restare incantato dalla bellezza del sito. Le gallerie hanno una volta alta fino a 15 metri e sono sapientemente illuminate con un impianto che valorizza gli splendidi colori  della roccia. Le gallerie hanno una temperatura costante di 10 gradi e quindi è bene equipaggiarsi con indumenti adeguati alla visita.  Le guide sono preparatissime e i tour guidati si svolgono in estrema sicurezza.



L’ingresso della miniera è oggi spesso usato, nella stagione estiva, come teatro all’aperto  per concerti musicali mentre, un settore non aperto al pubblico ed adeguatamente isolato, viene utilizzato da un’industria alimentare per la coltivazione dei funghi Champignon

L'entrata della miniera


L’unica cosa che lascia il visitatore un po’ con l’amaro in bocca è l’assoluto divieto di fotografare o filmare gli interni del sito e per questo, tutte le foto a corredo dell’articolo sono state reperite in rete.


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